venerdì 30 marzo 2012

I VOLTI PER LA LEGALITA' - Mostra a Roma

Da oggi, alla stazione Termini, 41 scatti in bianco e nero di uomini e donne, del Nord e del Sud, noti e meno noti: giornalisti, preti, magistrati, negozianti che hanno smesso di pagare il pizzo. Ad accomunarli è l'impegno contro la criminalità organizzata.

LA LEGALITÀ non è un’idea astratta: ha occhi, bocca e molte facce. Quelle di chi si è battuto e si batte contro la mafia, la camorra, la ‘ndrangheta: sono gli “sguardi liberi” che Fiorenza Stefani ha fotografato attraversando l’Italia dal nord al sud. E che adesso viaggiano per il paese con la mostra “Il mio sguardo libero. Volti per la legalità”, dedicata a Giuseppe D’Avanzo e premiata dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano con una medaglia di rappresentanza. Da oggi al 30 aprile l’atrio della stazione Termini di Roma ospiterà quarantuno primi piani in bianco e nero di uomini e donne, noti e meno noti: dallo scrittore che denuncia in tutto il mondo le dinamiche con cui si arricchisce la camorra allo sconosciuto negoziante che decide di non farla arricchire più, e smette di pagare il pizzo.

Roberto Saviano come Nicola Gratteri, Tano Grasso come Rosaria Capacchione, tutti in qualche modo stanno pagando per le loro scelte, per il loro coraggio. Eppure tutti, in queste foto, hanno uno sguardo sereno. Un lavoro cominciato due anni e mezzo fa, con una foto a Saviano. Pian piano, gli scatti sono aumentati. “Ho conosciuto fortuitamente Fiorenza attraverso Facebook - racconta Marinella Pomarici dell’associazione A Voce Alta, che organizza la mostra - e quando ci siamo incontrate a Napoli è nata l’idea di questo progetto”. Ne è venuto fuori il ritratto di un’Italia trasversale: mestieri e mondi diversi, ma con un nemico comune. C’è Gaetano Saffioti, imprenditore di Palmi, da anni sotto scorta per aver fatto arrestare decine di uomini della ‘ndrangheta da cui era taglieggiato e minacciato. “Tra patteggiamenti e sconti di pena sono tutti liberi. Io però resto in Calabria”.

Ci sono attori come Giulio Cavalli e il suo teatro civile, che gli è costato minacce dalla mafia e una vita sotto scorta, o Enzo Pirozzi, che al rione Sanità offre laboratori di teatro, cinema e danza ai ragazzi del quartiere. C’è chi come Angelica Romano con Libera si occupa di recupero di beni confiscati alla criminalità organizzata nelle periferie. E poi preti, giornalisti, magistrati, ma anche rappresentanti di associazioni che si battono per il riconoscimento dei diritti delle vittime del terrorismo.  

Inaugurata a Napoli lo scorso novembre, la mostra è arrivata a Roma con il patrocinio della Provincia di Roma e di GrandiStazioni. "È stato un lavoro realizzato a poco a poco - spiegava Fiorenza Stefani alla 'prima' napoletana - un filo azzurro attraversa la mostra e lega virtualmente la bellezza dei sorrisi che ho incontrato: l’idea che dietro ogni foto ci siano la stessa fiducia e speranza in un paese fatto di gente pulita che lavora per un altro mondo possibile». Sorrisi puliti che accoglieranno, nel prossimo mese, chi scenderà da un treno alla stazione Termini: basterà guardarsi attorno per scoprire quarantuno facce di un’Italia possibile, e migliore.

Nessun commento: